La salute è un bene prezioso, e insieme alla scuola e all’ambiente costituisce i tre pilastri su cui si basa il nostro progetto politico e la nostra visione di futuro.
«Il nostro sistema regionale è malato.»
Questa è la preoccupante diagnosi emersa ieri sera dalle analisi dell’ex assessore regionale alla Sanità Ezio Beltrame e della dirigente sindacale Orietta Olivo della Cgil-Fvg. Entrambi i relatori hanno rilevato come, tra i principali problemi del sistema sanitario regionale, rilevante sia la carenza di personale in quasi tutti i settori: dalla manutenzione ai servizi medico-sanitari. «5mila giovani studenti hanno lasciato la nostra regione, mentre mille sono gli operatori passati al privato», sono i dati riportati da Beltrame, che vede nella «perdita del fattore umano» un danno di gravissima portata. Una tendenza strettamente collegata all’altro grave problema evidenziato dall’ex assessore: la perdita di attrattività dovuta a quella che ha definito «scarsa credibilità del sistema».
Per fare un esempio, «all’ultimo concorso regionale per psichiatri non si è presentato nessuno, mentre una volta eravamo un punto di riferimento a livello europeo». Per correggere la rotta la Regione deve intervenire, secondo Beltrame, proprio sull’attrattività, per evitare il rischio che, con le risorse del Pnrr, mentre si costruiscono cattedrali nel deserto si rimanga senza medici di famiglia nel territorio. «Bisogna quindi creare le condizioni perché ci sia qualcuno che lavori, sì, nelle sedi centrali, ma nell’ambito di un gruppo interattivo che faccia rete con chi opera nelle aree periferiche».
«Servono le persone – ha poi rincarato Olivo – per non ritrovarci con strutture vuote o riempite dal privato». Secondo la sindacalista, «l’assessore uscente Riccardo Riccardi ha tracciato la strada verso l’impoverimento della Sanità pubblica». Un’accusa accompagnata da più esempi, come l’ultimo concorso per infermieri: «mai
vista prima una scrematura dei vincitori così selettiva». L’ipotesi dell’esponente Cgil è che «si sia voluto scremare apposta, per confermare l’impressione dei cittadini che non ci siano abbastanza infermieri nella Sanità pubblica». Una scelta politica, quindi, per indurre a ritenere sempre più indispensabile il privato.
Cosa si può fare? «Ci vuole un piano straordinario di assunzione» è il suggerimento avanzato da Olivo, dopo aver constatato che, oggi, la Sanità privata non offre più un servizio meramente integrativo, essendo ormai di fatto sostitutivo rispetto a quella pubblica. «Il covid ha esasperato una situazione già grave, mostrando però come solo con un sistema pubblico unito possiamo superare le difficoltà che abbiamo di fronte», la chiosa della sindacalista.













